Napolitano: «Riforme ineludibili. I sindacati rispettino le
prerogative del Governo»
Se solo mi avessero detto qualche decina di anni fa che un
presidente della Repubblica sarebbe intervenuto cosi a gamba tesa nella
diatriba fra Governo e parti sociali mi sarei messo a ridere per la fantasiosa
ipotesi. Anche dopo il settennato di Cossiga pensavo che gli italiani avessero
i giusti anticorpi per non sopportare uno strappo simile. Troppo ancora vicino
l'esperienza della Resistenza, di quei valori. In molte famiglie ci sono ancora
i ricordi dei parenti e amici partigiani, morti e costituenti di uno Stato e di
una Repubblica fondato sul lavoro e sulla contrapposizione dei poteri.
Ora senza entrare nel merito e nei contenuti delle riforme,
del tasso di democrazia e di partecipazione del “popolo sovrano” che esse
contengono, né entrare nella valutazione a quale spostamento dei rapporti di
forza e di potere queste riforme comporteranno. E non voglio nemmeno discernere
su quante volte in questi vent’anni i nostri politici e le forze che sottendono
hanno cambiato teorie e strategia del cambiamento. Tutte fatte all’insegna
della fretta , del non c’è tempo e molte all’insegna che qualcuno ce lo
chiedeva Siam passati dal federalismo più sfrenato e alla distruzione della
centralità dello Stato fino ad arrivare a non avere più una politica nazionale
in termini di Turismo, di Sanità, a dare in mano ai Sindaci la libertà più
totale, senza vincoli all’interno dei Consigli Comunali.
Per poi cambiare e svoltare a 360 gradi ed arrivare oggi al
centralismo più esacerbato. E non solo in termini partecipativi dei cittadini
alla vita democratica ( via le elezioni alle Province, via quelle al Senato,
accorpamento dei comuni in citta metropolitane, via all’autonomia delle Regioni
) , ma anche in termini di potere centrale e dei partiti sempre in numero
ridotti e sempre con più potere ai leader all’interno di essi, dove è rientrato
dalla finestra quello che sembrava essere uscito dalla porta come il centralismo democratico. Tutti i poteri
amministrativi decentrati sono affidati a uomini nominati dal potere centrale e
la sola Camera sarà eletta per nomine (anche se la parvenza è di tipo elettivo)
dando potere al leader che raggiunge il 40% dei votanti il potere assoluto tanto
da eleggere Presidente della Repubblica e legiferare senza che vi possa esserci
nemmeno la facoltà di poter discutere in Parlamento delle leggi imposte ( più
che proposte) . E lo ritengo pericoloso anche e quantunque quel leader dovesse
essere quello della parte politica a me più vicina ( ne dubito visto che se lo
fosse, di per se non sarebbe vicino a me politicamente)
Ma quanto è legittimo per un Presidente della Repubblica,
custode della Costituzione, entrare nel
merito di tutto questo è spalleggiare il Governo , quindi una parte del Parlamento
e il solo potere esecutivo? E
entrare nel merito , nei contenuti , criticare e condannare chi
democraticamente si oppone con gli strumenti che la democrazia gli offre, e non
già fare in modo che tutte le forze democraticamente espresse dentro e fuori al
Parlamento abbiano gli strumenti e gli spazi per poter partecipare alla vita
democratica, come è il suo Dovere e il suo Compito. In piccolo un esempio di questa deriva si era
avuto allorquando la Boldrini, altra donna delle istituzioni presidente alla
Camera vietò il libero dibattito applicando una norma illegale e illegittima
adducendo come giustificazione, “ l’esigenza
della maggioranza a legiferare” dimenticando(?) che il suo compito non era
questo, ma esattamente il contrario.
Cioè consentire l’applicazione delle norme ( quelle vere e legali) e garantire
che vi fosse pari opportunità fra maggioranza e opposizione.
Non sono un costituzionalista, ma io vedo dal punto di vista
logico formale un vero attentato alla costituzione e motivo di richiesta di
condanna per alto tradimento.
Na siccome non credo nella ancora legalità di queste nostre
istituzioni: o gli italiani e i lavoratori che sono la parte della società che più
di ogni altro subiranno e saranno penalizzati di questa riforme hanno uno
scatto d’orgoglio e di sollevazione riprovevole oppure i prossimi decenni
saranno decenni bui , peggiori di quelli passati sotto il fascismo.