Solo alcuni mesi fa,
con un battage pubblicitario su tutte le reti , tuitt a profusione aveva
annunciato un altro: l'Italia #cambiaverso
I precari della
scuola sarebbero stati tutti assunti. Aveva dato anche una tempistica: 150mila
precari stabilizzati a settembre, assunzioni solo per concorso dal 2016,
l’ingresso nella scuola di 40mila «giovani qualificati» entro il 2019. E
ancora, a partire da gennaio di quest’anno tutti i provvedimenti normativi per
realizzare questo ambizioso cronoprogramma.
Peccato che si sia
dovuto rimangiare la parte operativa del piano.La stessa ministra si era
dichiarata "basita" di fronte a questo ennesimo dietrofront, ma
naturalmente non ne ha tratto le dovute conseguenze. Questa figuraccia val bene il posto in prima fila
Motivo non
dichiarato? " Se manca l'acqua le papere non galleggiano"! Ma la cosa
ridicola se non fosse drammatica per le persone direttamente coinvolte, è che
ora la colpa sarà scaricata sul Parlamento.
Ha lasciato prima
passare del tempo, tanto con il decreto i provvedimenti avrebbero avuto tempi
brevissimi e in tempo per coprire i posti vacanti, le cattedre, con personale
di ruolo e non con supplenti annuali" Ora però dichiara che " visto
che mi accusate di non portare il dibattito in parlamento ora vediamo cosa
sapete fare. Invece del decreto presento un ddl e vediamo se riuscite a farlo
approvare nei tempi giusti. Se non ci riuscite la colpa sarà Vostra! E cosi i
precari sapranno con chi prendersela.
Due considerazioni. Da queste parole e atteggiamenti si vede come gli strumenti legislativi in mano al governo siano diventati armi tattiche di guerra guerreggiata. Si usano i decreti , i ddl,
le modifiche costituzionali, non in funzione della materia trattata e della sua piu o meno importanza, urgenza, problematicità. Niente di tutto questo, ma solo strumenti per finalità e scopi di potere e di lotta personale e politica. Il Parlamento ridotto , altro che a una "aula sorda e grigia un bivacco per i miei manipoli
Un altro esempio
abbiamo avuto nella italica storia, di tanto dispregio e acredine contro il
dibattito parlamentare e contro il Parlamento. Non che i suoi componenti non
meritano tale apprezzamento, ma il Parlamento come istituzione e come simbolo. Ma anche per
l'intelligenza dei suoi cittadini.
Ma l'accostamento
sarebbe offensivo, sul piano democratico, verso il suo precedessore!