Il cibo è cultura

Per esempio Cozz a' Puepptedd o Puepptegn

A Taranto quelli che venivano dalle limitrofe province salentina, erano detti “Pueppt“, una espressione che viene dritta dritta dal latino, deriva infatti da Post Oppidum, e significa: proveniente da fuori le mura. Tanto incapaci da non sapere neanche “Spakkà l’ Cozz”, Aprire a crudo le cozze, con a Grammedda,tipico coltello,
 cosa che i Cataldiani (così si definiscono fra loro i tarantini veraci in onore del santo protettore Cataldo) sanno fare fin dall’infanzia.Allora a l’ Pueppt, volendo mangiare le cozze, non hanno altro modo per aprirle che mettendole sul fuoco. Ora sapete cosa un cataldiano pensa di tutti quelli che aprono le cozze solo sul fuoco; addirittura poi, sempre loro, l’ pueppt, lo fanno con le cipolle,(una vera bestemmia visto che con le cozze ci vuole l'aglio)  insieme ad altro, in effetti quel che si potevano portare dai paesi dell’entroterra per sostentarsi a Taranto, senza spendere tutto il sempre magro salario; le Cozze rispondevano pienamente anche allora, forse anche più, a questa esigenza di risparmio.
A Taranto quando si parla di Cozze, come si dice in una significativa espressione locale, “s’ ferm u rlogg” ( si ferma il tempo) 
I Tarantini si definivano gli agricoltore del mare, tanto diffusa era la cultura della coltivazione dei mitili Hanno diffuso nel mondo la tecnica della coltivazione delle cozze . Avevano dalla loro la natura. Il Mar piccolo una insenatura  con particolari situazioni geomorfologiche. Si tratta di un mare chiuso con due comunicazioni con il Mediterraneo, particolarmente allocate, attraverso il Mar Grande, piccolo golfo nel ben più grande Golfo di Taranto, quindi il Mar Piccolo è quasi chiuso e del tutto rinchiuso, riceve acqua dolce da due rigagnoli e da sorgenti sottomarine, dette citri, queste hanno una notevolissima violenza, tanto che, ossigenandolo all’inverosimile, trasformano un mare calmissimo al limite della stagnazione, che sempre tale rimane, in un brodo ricchissimo di plancton alla pari di un tempestosissimo mare del nord brulicante di vita. Qui le Cozze del Mar Piccolo crescono nell’assoluta tranquillità con rapidità che le porta in due terzi del tempo ad essere sufficientemente grandi e pronte alla raccolta senza indurirsi pur raggiungendo la maturità sessuale che è il segnale della raggiunta massima bontà, come si dice a Taranto “a Cozz allattmat“, tanto che il generalmente dispregiativo epiteto di “cozza”, per una bella figliuola tarantina diventa, accompagnato da “allattmat”, come fatta di latte, il migliore dei complimenti.
Le cozze vanno pulite dalle impurità della valve quindi messe in abbondante acqua e strofinate le une con le altre. Va tolto il bisso o barbetta tirandolo verso la punta della cozza. Sciacquare in abbondante acqua fino a che l'acqua non rimane pulita Lasciatele in ammollo e togliete quelle cozze che galleggeranno. Sono sospette! Vuol dire che hanno perso l'acqua al loro interno e quindi sono Sculat'Quindi vanno messe in un tegame dai bordi alti insieme a olio ( abbondante), cipolla , peperoncino e prezzemolo e qualche pezzetto di pomodorini aperti ( nella versione moderna ci si aggiunge qualche pezzetto di radice di zenzero)
Chiudere con un coperto,cucinare a fuoco alto per circa mezz'ora.
Versate il tutto in una coppa filtrando il liquido di cottura e che sarà utilizzato per bagnare del pane abbrustolito insieme al frutto delle cozze.
Non è del tutto escluso che con il brodo di cottura ci si possa condire degli spaghetti,
ma questo è un altro film!